lunedì 23 giugno 2008

Re dell'indie rock


Ormai non c'è più alcun dubbio, gli Afterhours sono la band italiana della scena rock alternativa italiana più importante di sempre. Già nel '97 all'uscita di hai paura del buio? il Mucchio Selvaggio metteva in copertina Manuel Agnelli su un trono con tanto di titolo "Un italia mai così Rock". Da quell'album album, che si può effettivamente considerare un pietra miliare del indie rock nostrano, sono armai passati 11 anni e nel frattempo il gruppo di Milano ha compito un percorso evolutivo notevole, sfornando perlomeno altri due concept-album di uno spessore notevole come Quello che non c'è e Ballate per piccole iene (un vero capolavoro). L'ultimo i milanesi ammazzano il sabato è a differenza egli altri una racolta di canzoni non legate da uno stesso filo, ma che spaziano stilisticamente su tutto il repertorio della band. Ma proprio questo dato, che potrebbe essere considerato un potenziale difetto, è in realtà rivelatore della maturazione e della grandezza raggiunta. Musicalmente si spazia infatti dai Beatles con Riprendere Berlino, per arrivare quasi a sonorità "americane" di tipo stooner (E' dura essere Silvan). I testi riprendono l'ormai ben noto immagniario agnelliano arricchendolo delle esperienze personali più recenti come la paternità.
Bravi Afterhours, chissà dove potranno arrivare?

sabato 21 giugno 2008

SACRILEGIO!!!!!!

quando in una terra di santi come la nostra fa il suo ingresso un indemoniato Nick Cave allora non si può non urlare al sacrilegio.
egli porta distruzione semina sconquasso a suon di rock.
e noi anime perse lì.......al suo cospetto.........inermi di fronte alla sua grandezza..........deboli come non mai ci lasciamo sedurre dal male e dalla sua magnificenza.
perchè questo è stato il concerto di Nick Cave di spello, cattiveria allo stato puro........distorsioni a palla una sessione ritmica a due batterie e un esaltazione di suoni di basso.
al di là del post punk ritmi serrati e una rivisitazione dei vecchi classici che ha lasciato poco spazio alle melodie mentre il più corrosivo degli acidi usciva copioso dagli amplificatori.....poi tutto a un tratto ogni cosa cessava.....quello che fino ad ora era un pugno allo stomaco diventava una carezza mordiba quasi di velluto a testimoniare la grande versatilità di un artista e della sua band.
inoltre la sua forma fisica testimonia ancora di più l'avvenuto patto con il signore degli inferi, egli pareva aver non più di vent'anni agile veloce e scattante, totalmente in sintonia con i suoi seguaci che per tutta la seconda parte del concerto hanno deciso la scaletta per lui.
un unico rimpianto.........i soldi buttati via per la ristrutturazione di villa fidelia, aimè dubito che vi sia rimasto qualcosa di intatto dopo il passaggio di una tale furia.
GRANDE........................come pochi!

venerdì 20 giugno 2008

senza parole

un piccolo commentino però lo meriterebbero.
i sibillini una meraviglia

domenica 1 giugno 2008

Un trip lungo 10 anni


Tanto è durata l'attesa per ricevere la terza perla dai Portishead, che hanno confermato se ce ne fosse stato bisogno, di essere unici irripetibili ed eterni.
Sin dalla loro prima uscita nel 1994 si aveva la sensazione di trovarsi di fronte ad una miscela di suoni colori ed atmosfere completamente nuove ed originali, di lì in poi quel fenomeno chiamato trip hop si è allargato a macchia d'olio ed ognuno di noi ha potuto notare quanto sia stato usato negli spot pubblicitari.La classica moda insomma, anche se nessuno può negare che gruppi come Massive attack morcheeba e portishead vivono di luce propria. Personalmente credo che Gibbons e compagni siano di una spanna superiori a tutti,per le atmosfere cupe e paranoiche che sanno creare con quel misto di suoni e buio, ma anche grazie all'alone di mistero che si era creato intorno a loro.(Il loro primo album "Dummy" è stato pubblicizzato con dei manichini, le interviste alla band sono a dir poco rare).
E veniamo al nuovo album "Third", che come ho detto si è fatto aspettare per dieci lunghi anni;credo che ne sia valsa proprio la pena, visto il modo in cui si rimane colpiti fin dal primo ascolto. Si capisce subito che qualcosa è cambiato , il loro suono si è per così dire "estremizzato" mentre la voce di Beth è rimasta profonda, toccante a tratti angosciante.Colpisce la sua capacità di trasmettere la tensione,la paura la solitudine . Sembra come se invece che cantare con la gola o con lo stomaco, lei avesse il dono di far scorrere la voce attraverso tutto il corpo per poi farla uscire con tutta la sua potenza e il suo pathos. Se mi chiedessero un giudizio sintetico:un capolavoro! (Riservato a chi non teme la paranoia)