martedì 23 febbraio 2010

FFWD (Fast Forward)

Ovvero come ho rapidamente perso un rito che ha accompagnato la mia esistenza.




Play. In un certo senso la cassetta, parente meno nobile del disco in vinile, è stata l'antesignana dell'mp3, ed ha permesso una diffusione maggiore della musica rispetto al disco stesso. Chi non ha fatto o ricevuto una copia in cassetta di un Lp? Ma questo supporto ha avuto anche per primo la caratteristica di reale portabilità, facendo arrivare le nostre canzoni preferite in macchina con l'autoradio, ed addirittura ovunque con il walkman.
12-13 anni fa la diffusione dei masterizzatori aveva incominciato a farne presagire l'inesorabile declino, che si è materializzato in maniera quasi fulminea con l'avvento della coppia mp3 & ipod.

Morta e sepolta? Probabilmente si, la mia piastra della Technics è in disuso da molti anni ormai . Anche se sparuti gruppi di feticisti del nastro continuano a venerarne il mito, come documentato da Pitchfork.
Di certo non ne rimpiango le caratteristiche tecniche, infatti il suono di una cassetta non era sicuramente il massimo, nonostante l'uso di varianti metal o chrome per le incisioni più pregiate, o il Dolby B o C per il fruscio, che non è quello elegante ed irregolare del disco, ma un sottofondo costante ed ovattato. Eppure c'è qualche cosa che mi manca!

Registrare un cassetta, o meglio una compilation era per me un rito! Non so neanche io quanti chilometri di nastro avrò inciso, per me o per qualcun altro , tentando a volte di cesellare con una scaletta uno stato d'animo od un sentimento. Certo ancora oggi mi diverto a creare una compilation su cd o altro, ma la cassettina è un'altra cosa. Era un lavoro artigianale con i sui tempi certi e lenti. E poi dovevi ascoltare le canzoni mentre le incidevi, ed era un po come registrare quello che tu provavi mentre le sentivi.
Ora è tutto più semplice. La musica scorre nella rete, e passa velocemente in penne, lettori mp3 e supporti digitali. Indubbiamente si è guadagnato in possibilità di ascolto, perché in rete si trova di tutto, ma si è perso quel fascino da alchimista che dava la creazione di una cassettina. Stop.

lunedì 22 febbraio 2010

La regola del monoscopio




A riprova del fatto che nella televisione può passare di tutto acriticamente, fino al punto che il monoscopio produce un certo ascolto (figuriamoci quindi se il taglio delle scene di un film viene vissuto come un problema!!!), posto questo articolo di Aldo Grasso tratto dal Corriere della Sera del 30 Aprile 1997:

Da un po' di sere sono a caccia di monoscopio. Da quando ho saputo che circa sessanta mila spettatori lo hanno fissato per mezz'ora come si fissa un programma. E' successo a meta' aprile, verso le due di notte. Da allora vago fra canali e canali alla ricerca del monoscopio perduto. Gia', perche' il monoscopio e' una vera rarita', le giovani generazioni non sanno nemmeno cosa sia. Quel cartello di identificazione che appariva sul teleschermo per molte ore al giorno (straordinario quello della Rai in bianco e nero con una grande N centrale e misteriosi numeri a raggiera) serviva per la taratura delle apparecchiature, serviva ai riparatori di televisori per sostituire le valvole e centrare lo schermo, serviva allo spettatore come spasmodica attesa. Con l'avvento dei network commerciali, i tempi di trasmissione coprono ormai l'intero arco delle 24 ore. Del monoscopio, nemmeno piu' l'ombra. IMMAGINARIO. Anche ieri notte l'ho cercato invano; ma ormai il mitico segnale appare soltanto in caso di incidente, quando salta un programma. Perche' tanta attenzione a una figura che non appartiene piu' al nostro immaginario? Il monoscopio risolverebbe molti dei nostri problemi. Secondo le deduzioni ragionieristiche dell'Auditel il fenomeno dei sessanta mila si spiegherebbe con l'abitudine di molti spettatori ad addormentarsi davanti al televisore acceso. Alle due di notte! La giustificazione e' cosi' fantasiosa che merita rispetto. Par di vederlo quell'esercito di sonnambuli abbioccati davanti a uno schermo acceso; abbioccati davanti al monoscopio come davanti ad altri programmi; abbioccati sempre. Eppure non ci credo che dormissero. E' una constatazione ingenerosa e ingiuriosa. Quelle persone avevano semplicemente deciso di guardare il monoscopio, alla stregua di un normale programma. MEDIUM ZERO. Non c'e' forse chi teorizza la televisione del nulla, il vuoto catodico, il medium zero? Che differenza c'e' tra un programma di Boncompagni o di Giurato o di Cristina Parodi o di Cecchi Paone e il monoscopio? Una sola, che il segnale fisso costa infinitamente meno. Cosa ci testimonia il cartello di identificazione? Che viviamo in una societa' caratterizzata dalla mancanza di referenzialita', che non c'e' piu' spazio per i "contenuti", che il televisore viene usato come una sorta di macchina buddista, che il vero in Tv e' l'infinitamente falso, che il piccolo schermo e' il nostro nirvana. L'Auditel fa un pessimo servizio alla Tv quando offre discolpe cosi' sprovvedute e meccanicistiche. Per contraddirla, da sere cerco invano il monoscopio.

domenica 21 febbraio 2010

DIAMOCI UN TAGLIO .......

Mercoledì sera tutto contento ho detto.... "che bello passano un'horror in prima serata su italia 1 "..... 30 giorni di buio per la precisione, ma la mia allegria si è trasformata in delusione, in quanto ho trovato il film pieno di incongruenze e privo di filo logico, tipo il protagonista che prima ha un fucile la scena dopo ha un ascia, gente viva che la scena dopo era morta senza un perchè... e molte altre, tanto da risultarmi difficile pure la comprensione del film. Ho maledetto il regista in mille modi diversi ma solo il giorno dopo parlandone con il mio collega che l'aveva visto in dvd tutto mi è parso chiaro. Il film ha subito da parte di quei maledetti di mediaset una serie di tagli alle scene "più cruente" decine di tagli che hanno reso il film un groviglio incomprensibile di scene buttate là senza logica e prive di congruenze spazio/temporali ai danni dell'ignaro spettatore e in barba al regista. Allora mi chiedo se trasmettere un film in queste condizioni... perchè trasmetterlo, e perchè in prima serata?????? Oppure perchè tagliare un film ma mandare regolarmente in onda insulti e bestemmie e litigi vari delle premiate trasmissioni targate Defilippi ( che tu sia maledetta in eterno ) marcuzzi D'urso Costanzo e compagnia di merda varia???? AH PIERSì .... DACCE N TAGLIO !!!!!

giovedì 18 febbraio 2010

CHE CI FA GIANNI MINA' ?


SE QUELLO E' EINSTEIN........ QUESTO E' ELVIS !!!

p.s. : CIARVORRIA !!!

Cosa salvare degli anni zero #4


“Sarà una provocazione, ma io amo la fiction!” con questa frase Renè, il personaggio del regista nella fiction sulla fiction Boris (a cui prima o poi dovrò dedicare un post), cerca miseramente una giustificazione intellettuale alla sua pessima occupazione!
Già perché la fiction all'italiana della televisione contemporanea solitamente fa schifo. E non mi venite a parlare di snobbismo intellettualoide...

Ma come ogni regola che prevede la sua giusta eccezione, anche nella fiction ogni tanto possiamo trovare qualche perla.
E' poi notizia di ieri che il settimanale americano Newsweek ha inserito La meglio Gioventù di Giordana tra i dieci film del decennio. Ecco un estratto da una recensione all'epoca della sua trasmissione:
"...i temi affrontati, la densità del racconto, la compostezza della regia, la bravura di tutti gli attori, hanno creato insieme un prodotto talmente al di sopra della qualità media di quello che oggi la TV di stato (e la concorrenza, ovviamente) passa, da non poter non imbarazzare chiunque abbia fatto fiction televisiva negli ultimi anni".

La Meglio Gioventù - M.T. Giordana - 2003

mercoledì 17 febbraio 2010

LA NUOVA FRONTIERA DELL'HORROR

per rimanere in tema horror spostandoci di un secolo un piccolo suggerimento .... solo per i più malati !!!!

Der Golem Rock



In occasione dell’uscita di Wolfman, remake de L’uomo lupo (1941) di George Waggner, la Universal Pictures ha allestito un bel sito Web dedicato a mostri cinematografici e affini che si apre con la scritta: “A partire dal 1923, la Universal ha inventato da sola il genere horror, presentando al mondo classici come Dracula, Frankenstein e l’Uomo Lupo”. Una frase che farà di certo rivoltare nella loro sghemba tomba i maestri dell’espressionismo tedesco, che in realtà già da qualche anno avevano cominciato a tracciare le coordinate (e che coordinate!) di ciò che sarebbe diventato il cinema horror: da Friedrich Murnau (1922: Nosferatu) a Robert Wiene (1920: Il gabinetto del dottor Caligari), risalendo fino a Paul Wegener e Henrik Galeen (1915: Il Golem).

A ridare un po’ di lustro e giustizia a quella straordinaria corrente artistica ci pensa però Black Francis. Nel 2008, il leader dei Pixies scrisse una nuova colonna sonora per Il Golem, presentata dal vivo in un’unica occasione nell’ambito del San Francisco International Film Festival. Oggi tutti hanno la possibilità di scoprire l’inedito abbinamento tra rock ed espressionismo su YouTube, dove l’artista ha caricato la versione integrale del film accompagnato dalla sua musica. Per chi avesse bisogno di qualcosa di più tangibile, poi, Black ha messo in vendita anche un super-box con dvd e cd, distribuito a tiratura limitata (500 copie) e prezzo robusto (90 dollari, più o meno 70 euro).

Il link dove vedere il film (in 25 episodi): www.youtube.com/user/blackfrancisnet.
Il sito dove acquistare il cofanetto: www.blackfrancis.net., (o il nostro mulo , vero Ermanno?)
La curiosità: a differenza di molte altre sonorizzazioni contemporanee, la colonna sonora non è solo strumentale. Ci sono anche vere e proprie canzoni.

Di Luca Castelli, La Stampa.it

domenica 14 febbraio 2010

(500) Days of Summer

Come non farsi conquistare fin dall'inizio da un film che parte con questa frase:

"nota dell'autore: questo film è un opera di fantasia, ogni rassomiglianza a persone vive o morte è una pura coincidenza.

Specialmente te Jenny Beckam.

Puttana."

Il paragone che mi viene in mente per questa pellicola è il cinema di Gondry: se avete amato eternal sunshine of a spotless mind (è più forte di me non riesco a chiamarlo con il suo bruttisimo titolo in italiano) , non potrà non piacervi questo piccolo gioiellino. Anche qui una storia d'amore viene smontata e rimontata come in una sala di montaggio, e quindi al montaggio delle immagini si aggiunge un montaggio temporale, una sorta di cinema al quadrato.
Una nota merita la ottima colonna sonora pop-rock.

ecco una parte della recensione di Marco di Cesare:

"...Finemente cesellata ed equilibrata in ogni sua parte, sa restituire il contrasto tra la realtà e le immagini, quelle esteriori come quelle interiori. E sintomatico risulterà essere l’uso dello split screen, utile sia per avvicinare che per allontanare gli elementi presenti nell’inquadratura : in (500) Days of Summer renderà visibile, a esempio, il rafforzamento della comunicazione tra due persone, ma realizzerà anche, in un altro momento, uno scarto tra le due frazioni presenti in scena, acuendo la divaricazione tra le aspettative individuali e la realtà. E forse sarà questo il punto di non ritorno nella comprensione di dover compiere il proprio ingresso nell’età adulta, indirizzandosi verso la capacità di cogliere il senso dentro di sé, in un’opera che traccia principalmente il percorso di una crisi e di una crescita lungo un film dal quale difficilmente la propria memoria potrà distaccarsi."

giovedì 11 febbraio 2010

L'UOMO CHE VERRA'


Circoletto rosso. Fortissime sono state le emozioni guardando questo film. Emozioni che i nostri nonni hanno vissuto in prima linea. Lottare con anima e corpo. Una lotta crudele che ti trafigge in pieno petto. Una voglia di odiare che cresce a dismisura dentro te. L'odio e il sentirsi forti di quel sangue che i nostri eroi scomparsi hanno lasciato nelle nostre vene. Nel 2010 c'è chi si è dimenticato, o chi non ha mai saputo, ciò che la seconda guerra mondiale ha causato in molti territori italiani. Per loro vedere le immagini di questo film dovrebbe essere un privilegio fuori dal comune. Immagini del genere ti ricordano chi sei, a chi appartieni. Essere figli o nipoti di chi ha versato la sua vita per la tua. Baciare tutti i giorni la terra che sta sotto i tuoi piedi senza alcun motivo in particolare. Non dimenticare mai il troppo male fatto a chi del male non ne avrebbe fatto mai. Capire perchè non scompariranno mai certi sentimenti dentro te. Penso di aver visto gli occhi dei miei nonni negli occhi di quelle persone.

venerdì 5 febbraio 2010

SEM DEL PAESELLO .....

1) Chi vole il pan sel fietti chi j' rode il cul sel gratti = ognuno pensi per se'¨
2) Oggiaotto = per dire 'otto giorni a partire da ora'
3) Si erte 'l lupo m'eve magnato = mi ero un poco distratto
4) A terra Bevagna che Spello è caduto! = questo lo diceva il mi' por nonno quando vedeva qualcuno che cascava in televisione
5) Io t'apeco, tu m'apechi, apagliamse = io ti piaccio, tu mi piaci, appagliamoci
6) 'Nso tanto pe la quale = non mi sento a mio agio, non sto bene
7) Te tira 'l culo? = hai qualche motivo di disagio?
8 ) Te s'è fatto la frusta pe 'l tu culo! = Hai sbagliato a crearmi dei problemi ... ora sono affari tuoi
9) Le cerque 'n fan le ulive = Se sei venuto così non è per caso... guarda tuo padre/madre
10) I lupi 'n cacono i ceppi = idem come sopra
11) C'è aùto = hai colto nel segno (anche in senso di negazione:... 'Ah Sì, c'è aùto !' = non c'hai proprio preso!)
12) te 'l do' io il pan co le noci! = preparati che adesso le prendi
13) avrò da arloca' = è l'ora che mi metta a sistemare questo disordine
14) alora arfacce! (o alora c'arfè!?) = dimostri poca intelligenza nel ripetere gli stessi errori
15) alora se' de sòrbo! = idem come sopra
16) ma che s'égito a bagia' 'l bambino? = sei per caso caduto in terra e ti sei ferito?
17) Tu và su che i veng'oltra da per me... = Incamminati, io ti seguo dopo..
18) tra l brutt' male e l' mal caduto... = trovarsi in situazioni non particolarmente favorevoli da qualunque verso le si vede.
19) t' la lev'io la sete col pregiutto = aggiungere benzina al fuoco con risentimento, ti do' quello che ti meriti
20) m'è presa la battarella = soffrire di extrasitole o tachicardia
21) ta te t'se abacato l'cervello = tu non riesci più a ragionare in maniera logica
22) E' arivat' pensece!! = quello che crede di aver risolto tutto e invece non ha risolto niente...
23) T'aspetto a patollo = ti aspetto al varco (l'equivalente di 'Ci rivedremo a Filippi')
24) guastam la veglia = andiamo a dormire
25) nn è che vorrè mischia' le man col muso? = ti prego di smetterla altrimenti rischi una aggressione fisica da parte mia
26) 'nvo duelle = non vado da nessuna parte (dal latino 'non ubi vellem' ovvero non dove vorrei)
27) quil che n'ne strozza 'ngrassa = io questa cosa la mangio... non penso che mi faccia male
28) datte n'arcutinèta = sei un po' trasandato, sistemati (anche 'datte 'n' arconcolta')
29) m'ècòtto n'ovo = non mi pare una cosa semplice da realizzare
30) finirono i pregiutti anche ta sòrbo = alla fine non è rimasto granchè di tanto che c'era
31) l'ho carcato a lorca = l'ho preso sulle spalle
32) nn è tanto pe la quale... = non mi sembra tanto normale
33) che c'è le fantignole? = sei molto strano, per caso hai dormito poco e ti sei svegliato a causa di un incubo?
34) nn me la posso arpone = non riesco a capacitarmene
35) l'ho carcata ... = credo di aver bevuto un po' troppo
36) te l'do io il treppercento! = Adesso vedi cosa ti combino!
37) io me sa che fo come 'l por Baglioni = è giunta l'ora che me ne vada
38) mo' è fatto la tua! = mi hai fatto arrabbiare e ne subirai le conseguenze
39) La magnamo o la 'ncartamo? = vogliamo prendere un decisione ed uscire da questa empasse?
40) Alò che tiolla! = stai diventando noioso nel ripetere ossessivamente le stesse argomentazioni
41) lue nne sputa pe nn beve = è una persona parsimoniosa
42) facce il bulo! = non credo che tu debba vantartene
43) Ah! vacce a beve! = mi sembra una cosa difficile da realizzare
44) 'l faceno sto pangrattato? = Vogliamo combinare questo appuntamento (per far conoscere due persone)
45) Arcarca che 'mmèuto - riprova ancora e sarai più fortunato
46) Sentirè la botta si nn s'é sordo - fai attenzione altrimenti il tuo errore ti porterà alla rovina
47) giri come 'n apo matto = stai perdendo il tempo inutilmente
48) quant' la fe' smaqqlèta! = quanto sei noioso!!
49) n'tol più ce stà l' meno = meglio esagerare nella valutazione per non rischiare di dimenticare qualcosa
50) quant' sè malarlevèto! = sei molto maleducato!
51) Te nisse 'n'torcibudello!! = Accidenti a te! (anche 'te nisse 'na colica abirèta')
52) E lve' chi c'è= Toh, guarda un po' chi arriva
53) Oh! Chi nn'èmort' s'arvede!!! - Non ti sei fatto sentire da un bel po' di tempo
54) a babomorto = mai
55) ade' chiappa la vacca p'i cojoni = ormai è troppo tardi
56) chiappa fava = non riuscirai più ad ottenere il risultato desiderato
57) s'é tonto come 'n apo = sei poco intelligente
58) O' ba', com'è? = Papà (variante: zio, nonno, o altri gradi di parentela), come te la passi?
59) Mejo cadè dal p'done che da la cima = cerchiamo di limitare il danno
60) Non m'alaccia 'n dente = non mi ha saziato per nulla
61) Te còrco = ti picchio
62) Te do 'na giarda che t'abiro = ti do uno schiaffo che ti faccio rigirare
63) Gimo a batte i ginocchi = rischiamo di finir male (anche Gimo a batte i denti)
63) gimo accattanno = finiamo in rovina
64) m'ha fatto bocca da ride = mi ha dimostrato simpatia
65) 'sta nn tle sue = è una persona riservata, che non da' confidenza
66) ma dua vèn' girigiola é = dove vai vestito così leggero?
67) vè a finì come l' can de Betto = resterai deluso o scottato
68) Quanto se' marampto = quanto sei rude
69) è troppa tamanta = è spropositatamente grande
70) s'è de coccio = sei duro di comprendonio
71) Di' o cocco! = Scusi lei! (con fare aggressivo)
72) che 'ntontita = ci hanno battuto nettamente
73) oh! è dato 'n tracollo! = ti vedo parecchio debilitato
74) gl'emo dato col donca! = ci siamo andati pesanti!
75) me sa che piamo 'na giubbata d'acqua = piove, penso che ci bagneremo tutti
76) te fo 'ncul come 'n pajolo = adesso ti faccio vedere io! - con fare minaccioso (anche 'come 'n orèl de notte')
77) 'nce scòto! = non ci passo, non c'entro
78) arcoglie 'sti bregoli = raccogli tutto quanto da terra (anche arcoglie 'sti bonci)
79) 'Nn'è'l motor per quila treggia = è inadeguato
80) E' come la porchetta de Borghino = E' riservato a pochi, non tutti lo capiscono
81) Me sa mianno: non vedo l'ora
83) Che fe' é t'abigheri? = Stai perdendo tempo in maniera infantile
84) C'ho 'na rusumella.... = c'èqualcosa che mi rende inquieto
85) Se' come 'n gatto nto 'na balla = sei messo proprio male
86) Alè, semo a bestia! = Siamo finiti in una terribile situazione
87) Ma che fe', t'acove?!? = Che fai, ti accovaccio
88) Ma che fe', bivacche?!? = Che fai lì senza far niente?
89) Tirilla e baralla... = alla fine siamo giunti alla conclusione
90) C'è'na testa che 'l billo nla spizzica e 'l maiele nla ruzzla = Non capisci niente
91) noto come 'ngatto de piombo = non ho un buono stile natatorio
92) daje che scalampa = sembra rasserenarsi
93) E' megl'ha magnà ngatt col pelo = troviamo una alternativa
94) Ti darò quan ci avrò = non contarci
95) è come la vacca de boldrino, arcoglie su gnicosa = donna affamata di tutto
96) Che bregno! = Che grossa delusione!
97) me serve 'n arsumiglio = devo farmi una foto tessera
98) nn è del peso = non è di livello adeguato
99) arintigni? = quanto sei insistente! (anche: c'arijochi?)
100) me so' 'mpanzanito = ho improvidamente bevuto troppa acqua prima di mangiare ed ora non ho appetito
101) t'aspetto a covile... = ti attendo al varco...
102) picchia e rimena... = dai e dai ...
103) picchiera e martella = idem come sopra
104) a tempo e paglia.... = bisogna portare pazienza perchè tutto si realizza
105) L'è armesso 'l locco ...? = hai concluso positivamente la serata secondo le tue attese sentimentali ?
106) l' ve' che mitulo! = guarda che persona alta...e non mi sembra neanche particolarmente sveglia!
107) Ce 'ntingon tutti come tal pignattin de l'acqua santa = è facilmente accessibile (riferito, in particolare, a donna di facili costumi)
108) ce na differenza come tra 'n cazzo e 'n buzzo ... = anche se le due cose sono assonanti la differenza è notevole
109) e n'colpo! = accidenti!
110) l'bov' nicco aguzzò gli ossi = chi ha gusti particolarmente difficili rischia di fare la fame
111) elve' 'l mi' cocco! = quanto sei stato gentile ...
112) E tu me sa che c'è la ruzza... = mi sembra che tu abbia voglia di scherzare ma io non ho tempo da perdere con te
113) l'ho scapati io = li ho separati durante una zuffa (anche l'ho acapati = li ho separati o selezionati)
114) ma va a cannara! = vai a quel paese
115) io so io e tu se tu, chi è più tonto io o tu? = variante Perugina di noto indovinello con inganno
116) che pacca de vilano! = che persona incivile e gretta!
117) che ciampellone! = che persona dai modi sgraziati (anche che bindlo = che persona poco curata o inaffidabile)
118) vo su' alto = salgo al piano superiore
119) Che nocetta! = Che fortunata situazione che ti si èvenuta a creare!
120) a pip' ritto = senza esitazione
121) Bevi a tonfo? = Bevi dal collo della bottiglia?
122) tu la se' lunga ma 'n la se' arconta' = sei furbo, ma non me la dai a bere
123) lèvete 'ste paccole dagli occhi = lavati il viso (rivolto i bambini) o datti una svegliata! (ai grandi)
124) che c'è le caldacce? = ma come fai a sentire caldo nonostante sia così freddo...
125) è sdirazzato? = hai preso una decisione che ti distingue dal consueto contesto
126) tuquì gimo de malenpeggio = passiamo dalla padella alla brace ...
127) che vè a cerchà la martufaglia? = vai a cercare la confusione, cerchi i guai?
128) a tozzi e bocconi = un po' per volta, a stento
129) ma manco bau! = neanche per sogno...
130) arvo' 'ntol mio = io me ne torno a casa
131) n'n è Roma = non èun granché
132) ciao mèry...! = neanche per sogno (oppure 'ciao Ameri', anche 'ciao pipi...' o 'ciao cocco' o 'ciao neno')
133) quando i tui 'ncora facevno i zingheri i mii evon già arvenduto 'l carrozzone da 'npezzo = rivendicare la superiorità di rango, specifico delle diatribe coniugali
134) come se dice: come ce l'ho te la do = accontentati perchè non posso fare di meglio
135) se' tutto sblicato! = hai la camicia e/o la maglietta fuori dai pantaloni
136) dorme 'nti turzli? = attendi impassibile senza prendere iniziativa?
137) morì 'nse more ma i tribbli en tanti = la situazione non è disperata ma comunque difficoltosa
138) bubblo! = fa un freddo tremendo!
139) i morti careggiavono i feriti = la situazione era disperata
140) nun ride d'la mi bua che oggi è la mia e dimene è la tua... = la ruota gira ... oggi a me e domani a te
141) te se' 'nsorcato tutto i calzoni = hai una macchia nei pantaloni
142) ta chi tocca 'nse 'ngrugna... = sei stato scelto e non hai scampo...
143) E mia 'n so' Cagini!! = Non posso fare tutto io, non sono Superman!
144) E i' chi sò ?! l'fij' del poro schifoso? = Non conto nulla
145) quant'se' materièle = quanto sei rude
146) elve', s'éspòlto = guarda un po', ti sei tolto tutti i panni...
147) aranco pei 16 = sto per compiere 16 anni (leggendaria risposta alla domanda 'quanti anni hai?': da primo approccio in discoteca)
148) tocca daje 'n verso = è il momento di prendere una decisione
149) Me so apalugginato 'n attimo = mi è preso un colpo di sonno
147) M'ha preso 'na traina.... = ho una stanchezza adosso che sto quasi per addormentarmi
148) Che fè la bilensa? = non stai bene dritto sulle gambe
149) Ma ch'è magnato 'ntol bicchiere? = Fai discorsi che non hanno nè capo nè coda (come se fossi ubriaco)
150) de riffa o de raffa = in un modo o nell'altro
151) cè la zzurla? = hai voglia di scherzare?
152) so' nti fichi = non sono messo molto bene (anche 'so' nto le pampane')
153) Daje col donca = metticela tutta
154) Te girano i travicelli? = Ti gira la testa?
155) Smettela, che se grenca! = Basta, che si rompe! (anche 'se sgrella')
156) Ah, l'arincimamo? = La/Lo riesumiamo? Ancora?
157) è finito de sgalinè? = hai finito di strillare in mezzo a tutta questa gente?
158) io n'so n'bacello = non sono nato ieri
159) vedem ne fa na cosa a la legra = vediamo di darci una mossa
160) che ruspa! = di persona poco raffinata e a volte molto insistente nei suoi atteggiamenti
161) è caro n'cancarito! = di persona fortemente attaccata ai soldi da ricevere come compenso del proprio lavoro
162) che uss'ro = persona particolarmente schiva
163) Sie, 'nti dentini! = non ci penso nemmeno!
164) s'é'n ceppone! = Sei un totale incapace!
165) Ch'sè de sorbo??? = sei duro a capire le cose
166) Avò, che sega!!!! = non ne posso più

mercoledì 3 febbraio 2010

Modernariato


L’elenco è lunghissimo, e non proprio politicamente corretto: sono obsoleti i gettoni, le enciclopedie, l'autostop, i peli, la tristezza. E ancora, le segreterie telefoniche, i francobolli, le chiavi d'albergo, i grossi stereo portatili, il buchi nelle calze.

«Obsolete: An Encyclopedia of once-common Things passing us by» (Fuorimoda: un’enciclopedia di oggetti comuni che scompaiono) è un viaggio curioso tra mode tramontate e tecnologie sorpassate. Anna Jane Grossman racconta il passato prossimo con ironia lieve, aiutata anche dalle belle illustrazioni di James Gulliver Hancock. Del modem, ad esempio, scrive: «Cominciava con un motivetto grazioso, poi arrivavano i bip del telefono, quindi altri bip più lunghi in risposta, e un fruscio. Ancora fruscio... poi il computer si lamentava come se tossisse. Funzionerà stavolta? Agonia, estasi, e finalmente una nuova mail. Sono entrata nel futuro».

Il tempo che passa
Obsoleto è ciò che è stato solito, comune, che abbiamo dato per scontato. E poi è passato: un oggetto, un modo di dire. E' finita l’era dell'«attimino», tramonterà anche quella dell'«assolutamente sì». Ma è scomparso anche il salumiere, sostituito da supermercati sempre più piccoli e più diffusi. Resistono invece le sartine, per orli e aggiustamenti, ma in casa ormai nessuno rammenda le calze bucate. Sono rimasti in pochi a scrivere lettere vere, di carta: la mail è più veloce ed economica, ma ai giovanissimi anche la posta elettronica sembra vecchia, perché preferiscono i messaggi su Facebook o la chat via Msn. E se il vinile regge (come nicchia, ma con un numero crescente di appassionati), se il compact disc crolla anno dopo anno, la cassetta musicale è già sepolta sotto il peso del tempo.

Come il dio Crono, la tecnologia divora i suoi figli e sforna prodotti con cicli di vita sempre più brevi: così, alla fine, a diventare obsoleto non è un certo modello di telefonino, quanto semmai la persona che li ripara. Ecco perché sono diventati una rarità i laboratori dove far sistemare un tasto rotto, un display offuscato, un altoparlante che gracchia: è più facile (e spesso più conveniente) ricomprare l’apparecchio. Sempre che nel frattempo non sia diventato obsoleto lo standard con cui funziona: Betamax per le videocassette, Etacs per i cellulari, Scsi per le periferiche pc. Gadget e diavolerie elettroniche possono però vivere una seconda vita su eBay, perché il mondo è pieno di collezionisti a caccia di oggetti improbabili. Va peggio quando sono i programmi a diventar vecchi: i software più recenti non sempre garantiscono la compatibilità con le versioni precedenti, e nessuno può esser certo che tra qualche quel glorioso file di Word con la tesi di laurea possa essere ancora letto. Meglio salvare una copia del file in un formato più aggiornato, senza dimenticare che i Floppy disc si smagnetizzavano, ma nemmeno cd-rom e chiavette Usb durano in eterno.

Vecchio e nuovo
Obsolete diventano anche le abitudini: oggi che tutti hanno almeno un cellulare, chi va in giro con gli spiccioli o i gettoni per telefonare? Stanno diminuendo rapidamente pure le ricette mediche illeggibili, uno degli ultimi baluardi della scrittura a mano. Chiedere da accendere non è più il modo migliore di attaccar bottone, visto che il numero dei fumatori cala costantemente (qui, tuttavia, può sempre scattare una simpatia tra reduci), mentre da qualche anno ai concerti non sono le fiammelle degli accendini a illuminare gli spalti, ma i display dei telefonini. Il digitale rischia perfino di far invecchiare anche il concetto di proprietà, che gli Mp3 hanno ereditato da ellepì e compact disc: non serve più avere tanti file stipati nel computer, se è possibile ascoltare le canzoni in streaming da internet.

Prossimi a scomparire, tra una decina d'anni, potrebbero essere tastiere e mouse: il touchscreen esiste da tempo, ma è diventato comune col successo mondiale dell'iPhone, venduto finora in 43 milioni di esemplari. A marzo negli Usa (e qualche mese dopo in Europa) arriverà l’iPad, sempre di Apple, un piccolo computer che si comanda con le dita; poi il mercato sarà inondato da concorrenti e imitatori. Un vantaggio per tutti quelli che passano ore al computer: a diventare obsoleti non saranno solo tastiere e mouse, ma - si spera - anche dolori al polso e sindrome del tunnel carpale.

BRUNO RUFFILLI, La Stampa.it

martedì 2 febbraio 2010

Bacterius Diesel



IL FUTURO
dei biocarburanti potrebbe dipendere dalla modificazione genetica di un batterio, l'Escherichia coli, il cui habitat naturale è l'intestino degli esseri umani e degli altri animali a sangue caldo. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature, i ricercatori dell'università di Berkeley, in California, e dell'azienda americana LS9 hanno fatto il punto sulla possibilità di produrre biodiesel grazie al "lavoro" di una versione geneticamente modificata di Escherichia coli. Si tratta, sottolineano gli scienziati, di una modalità di produzione alternativa alle tecniche conosciute finora, in grado di superare gli ostacoli a una maggiore diffusione del diesel biologico.

I vantaggi. Lo studio identifica un metodo potenzialmente poco costoso per convertire la cellulosa e gli scarti di prati e raccolti in carburante pulito, senza far aumentare i prezzi dei generi alimentari e soprattutto senza sottrarre risorse preziose per sfamare la popolazione mondiale. Finora, infatti, l'industria dei biocarburanti si è concentrata soprattutto sulla produzione di bioetanolo, un etanolo che si ottiene tramite la fermentazione di prodotti agricoli ricchi di zucchero, come i cereali, la canna da zucchero, gli amidacei e le vinacce. Una delle principali obiezioni a questo genere di carburanti, dunque, è proprio il fatto di consumare troppe risorse alimentari, andando a creare una competizione "sleale" tra bocche da sfamare e serbatoi delle automobili.

Il batterio modificato. Per uscire da questa impasse, i ricercatori di Berkeley e della LS9 hanno elaborato una versione geneticamente modificata di
E. coli in grado di ottenere e "digerire" gli zuccheri anche a partire dalla cellulosa. Ciò consentirebbe, nel giro di alcuni anni, di estendere la gamma di risorse da cui partire per produrre il biocarburante: a grano, mais e canna da zucchero, potrebbero presto aggiungersi legno, paglia e altri materiali per i quali è necessario dividere la cellulosa in zuccheri. Un compito in cui la nuova versione del batterio sembra essere particolarmente capace, candidandosi come la nuova frontiera nella produzione del carburante biologico.

Il biocarburante. Lo studio dei ricercatori di Berkeley è innovativo perché per la prima volta il prodotto finale, il biocarburante, non è l'etanolo, bensì una miscela di molecole molto più complesse: gli acidi grassi etil-esteri, che sono in grado di produrre una quantità molto maggiore di energia. "Il biocarburante che siamo riusciti a produrre con E. coli libera almeno il doppio dell'energia prodotta con il bioetanolo", ha spiegato Eric Steen, uno degli autori dello studio. "Inoltre, a differenza del bioetanolo - ha aggiunto - queste molecole possono sostituire direttamente i normali combustibili senza bisogno di alcuna modifica degli attuali sistemi di combustione".

Le prospettive offerte dai batteri. L'utilizzo di batteri come produttori di biocombustibili offre poi numerosi vantaggi: dalla maggiore facilità con cui si possono introdurre modificazioni genomiche e rendere possibili nuove reazioni, alla diminuzione dei problemi legati alla produzione su larga scala. Inoltre, la capacità dei batteri di adattarsi a condizioni ambientali estreme e sfruttarne le risorse presenti allarga notevolmente, rispetto agli altri organismi, la possibilità di utilizzare materiali di scarto sia agricoli che industriali. A tutto vantaggio dell'ambiente e della produzione alimentare, che non vedrebbe sottrarsi del materiale prezioso.

di GIULIA BELARDELLI, Repubblica.it