giovedì 24 gennaio 2008

Arpeggi


Se avete ascoltato “In Rainbows”, l’ultimo dei
Radiohead, vi chiedo se condividete alcune mie impressioni come, ad esempio, la ‘presenza’, in alcuni brani, di musicisti importanti con stili sicuramente diversi, tipo Ennio Morricone in “Nude” oppure i Kula Shaker in “Faust Arp”, influenze che possono essere di sentimento, di tecnica o di idee comuni.
Ma lo stile dato dalla complessità di suoni che i Radiohead riescono a mescolare, con ‘crescendo’ seguiti da pause, sobrie melodie seguite da articolati e abili sviluppi musicali, crea quell’ ambiguità che ci permette di essere liberi nell’interpretazione emotiva, come in pochi altri gruppi.
Ho provato a collocare questo album accanto agli ultimi quattro, ma non sono riuscito ad accostarlo a nessuno in particolare. Ogni canzone potrebbe appartenere ad un album diverso, da Ok Computer in avanti.
Quello che sicuramente accomuna questi lavori
è un progetto, un’idea, un percorso che da anni stanno seguendo, mettendosi in discussione, dando valore alle cose in cui credono, divertendosi…
Come disse Arnold Shonberg “La via di mezzo è l’unica via che non porta a Roma.”
Atz.

1 commento:

Enrico ha detto...

Hai colto nel segno, non c'è probabilmente una particolare somiglianza o contiguità con un album specifico precedente, ma canzone per canzone si riscontrano influenze disparate. Forse questo ad alcuni potrà sembrare un difetto per un album; per me testimonia la volontà di proseguire la libera ricerca musicale da loro intrapresa, senza barriere e senza muri ideologici.